Il mondo di oggi è un luogo ormai interamente digitalizzato e non è pensabile una privacy totale. Il solo utilizzo di una carta prepagata, una ricerca su un motore di ricerca o un semplice telefonino acceso in borsa presuppongono degli scambi di dati e quindi potenzialmente quello di dati personali.
Basti vedere le pubblicità che magicamente appaiono con oggetti consoni ai nostri gusti, non è fotuna ma marketing che sfrutta i nostri dati. Nessun prodotto è gratuito in qualche modo lo stiamo pagando.
La nostra privacy vale il mondo multi servizi di oggi? Non tutti pensano di si. L’utente medio non pensa raramente a questo sconfinamento nelle nostre vite che spesso ci raggiunge nell’intimo.
Le App per i dispositivi mobili Android ed Apple sono forse le più pericolose data la loro diffusione, possiamo considerarle delle vere e proprie spie che lavorano nel buio senza chiedere il permesso, i dati personali degli utenti online sono un quantitativo enorme.
Una ricerca delle blasonate univerità di Carnegie-Mellon e Harward hanno radiografato 110 applicazioni scaricabili da App Store e Google Play; i risultati danno Android e Google più propense a diffondere i nostri dati rispetto a iOS di Apple, di seguito i dati in percentuale delle informazioni personali acquisite dai nostri dispositivi mobili:
- Nome e Indirizzo di posta elettronica ,73% Android, 16% iOS
- Localizzazione ( Gps e Wi-Fi), 47% iOS, 33% Android
Il 10% delle applicazioni di fitness e salute hanno sbirciato nei notri dati sensibili.
In ultimo ma non meno importante lo studio dell’Università della Pennsylvania che afferma che il 90% dei siti utilizzano le nostre informazioni personali senza il nostro permesso in favore di terze parti a scopo di lucro.
S.C.Campione
