Che la pirateria informatica sia un problema sempre più grosso era già risaputo. Quanto però denunciato da Kaspersky Lab, società russa esperta in cybersicurezza va al di là di ogni immaginazione. In base ad un rapporto dell’azienda, infatti, dal 2013 ad oggi, gli hacker si sarebbero introdotti nei sistemi informatici di oltre cento banche di ogni parte del mondo riuscendo a sottrarre circa un miliardo di dollari. Sarebbe la conferma più lampante del vero e proprio salto di qualità operato dai criminali informatici e un segnale di grande pericolo per il sistema bancario, esposto ai raid degli hacker come non mai.
I dati in questione sono contenuti all’interno di un report presentato nel corso di una conferenza tenutasi in Messico e dedicata proprio al tema della sicurezza delle reti informatiche.
Secondo il documento di Kaspersky Lab, il quale va a ricostruire le modalità con cui sarebbero portati avanti gli attacchi degli hacker, questi studierebbero nei minimi particolari le reti delle banche prese di mira, un lavoro di mesi che precede l’elaborazione dei metodi coi quali prelevare il denaro in modo da non destare sospetti. Il tutto sarebbe portato avanti con la creazione di conti fittizi sui quali verrebbero effettuati trasferimenti di prova, prima di sferrare l’attacco vero e proprio. Gli attacchi avrebbero come tetto i dieci milioni di dollari per istituto bancario: una volta raggiunta questa somma, gli hacker passerebbero ad un altro bersaglio. Inoltre, il bersaglio non sarebbero i clienti delle banche, ma gli istituti stessi.
Se al momento le vittime delle cyber-scorrerie sarebbero concentrate tra Russia, Stati Uniti, Germania, Cina e Ucraina, il raggio d’azione dei pirati non esclude il resto d’Europa, tutta l’Asia, giungendo sino all’Africa e al Medioriente. Proprio per cercare di porre un freno alla situazione, Kaspersky Lab, Interpol e le autorità di diversi Paesi hanno deciso di unire le rispettive forze al fine di scoprire i criminali che hanno in pratica dato vita ad una rapina senza precedenti.
