Sembra proprio essere giunto al capolinea l’idillio tra Barack Obama e la Silicon Valley. Gli strascichi lasciati dal Datagate sono stati esplicitati dalla diserzione di molti dei pezzi da novanta del comparto hi tech in occasione della visita del presidente degli Stati Uniti in California: a Mark Zuckerberg a Marissa Mayer (numeri uno di Facebook e Yahoo!), si sono infatti aggiunti tra gli altri Larry Page ed Erich Schmidt, i due top manager di Google. Tanto da vanificare in pratica il viaggio di Obama all’Università di Stanford, che era stato messo in preventivo proprio con il fine di smorzare le asperità e cercare di riannodare i fili in vista di una collaborazione su temi di grande importanza come la lotta al terrorismo e quella ai cyberattacchi. Un campo minato, il secondo, con l’azione degli hacker ormai diventata una minaccia sempre più palpabile alla sicurezza nazionale degli Usa. Ai recenti attacchi contro le reti dei giganti bancari o della grande distribuzione, vanno infatti aggiunti gli atti di pirateria ai milioni di cittadini che sono stati depredati di dati e informazioni personali. Proprio per cercare di stoppare questi attacchi, Obama chiede ora aiuto ai giganti della tecnologia.
Un appello alla collaborazione, quello del primo presidente nero nella storia degli Stati Uniti, che ha però trovato il solo Tim Cook disposto a recepirlo, almeno per ora. Una presenza importante, considerato che la Mela è la società più quotata in assoluto al mondo, che però non può far dimenticare le defezioni di altri non meno importanti attori.
Anche nel caso di Apple, però, non è tutto oro ciò che riluce. Le pressioni dell’amministrazione per poter avere accesso ai dati raccolti dalle aziende della Silicon Valley si scontra con l’adozione di sistemi sempre più sofisticati di criptaggio dati che vengono approntati al fine di tutelare la privacy degli utenti. Come ha fatto appunto Apple, imitando Google. Ora ad Obama spetta il compito di riannodare le fila del discorso, ma la pazienza degli interlocutori sembra essere finita.
