La ricerca effettuata da Ipsos per Save The Children sull’utilizzo dei social network e delle applicazioni di messaggistica istantanea da parte dei nativi digitali italiani ha pubblicato i suoi risultati. I dati mettono in evidenza un grande utilizzo dell’app di instant messaging WhatsApp, utilizzata dal 59% dei ragazzi di età compresa tra i 12 ed i 17 anni, una crescita del 39% rispetto al 2013 e Instagram usata dal 36% dei giovani.
Grande utilizzo anche di Facebook, il social network fondato da Mark Zuckerberg è infatti utilizzato dal 75% dei giovani utenti, registrando però un calo del 13% rispetto ai dati del 2013. Poco utilizzato invece Twitter, il social network “cinguettante” è infatti riuscito a coinvolgere solo il 29% dei ragazzi tra i 12 e i 17 anni. Tra le piattaforme in forte crescita troviamo anche Spotify, il servizio per ascoltare musica in streaming che ha raddoppiato il numero di adolescenti che lo utilizzano, oggi arrivato al 11%.
I dati diffusi da Save the Children Italia evidenziano due distinti gruppi di adolescenti: quelli sempre connessi tra PC e smartphone e quelli che invece non hanno mai avuto accesso al web, circa l’11% (452mila adolescenti). Gli studi sono stati effettuati su un campione di 1.003 ragazzi dai 12 ai 17 anni. Analizzando l’utilizzo di Internet da parte dei nativi digitali viene sottolineato che sulle applicazioni di messaggistica istantanea come WhatsApp, Viber o Telegram, i ragazzi spesso chattano con persone che non conoscono direttamente: 4 su 10 non conoscono tutte le persone nei gruppi di chat a cui partecipano, 2 su 10 partecipa a oltre 10 gruppi di chat, 1 su 4 invierebbe messaggi con video o foto con riferimenti sessuali ad un gruppo di chat e 1 su 3 si dà appuntamento con qualcuno conosciuto su Internet lasciando anche il numero di cellulare. Gli intervistati hanno anche affermato che il 46% delle persone incontrate online non erano di fatto quella che diceva di essere dietro lo schermo di un computer o di uno smartphone. Infine è emerso che gli adolescenti non sono consapevoli dei pericoli che si possono nascondere sul web: solo per il 38% le molestie via smartphone, tablet o computer rappresentano una minaccia, un adolescente su 10 ha invece ammesso di aver subito atti di cyber bullismo.