Gli attentati di Parigi, sembrano destinati a provocare ben presto una stretta in buona parte dell’Europa per quanto concerne la sicurezza. Una stretta che potrebbe riguardare anche la privacy dei cittadini, come si può arguire dalla prima reazione di rilievo arrivata da David Cameron. Il premier britannico, infatti, ha lanciato un piano relativo alla sicurezza il quale prevede il blocco di tutti i servizi che non garantiranno un accesso diretto all’intelligence in presenza di un mandato. In pratica, a cadere vittima di queste restrizioni potrebbero essere tutte le app che non forniscono una “backdoor” tesa ad aprire quando necessario una finestra sui messaggi dei loro utenti, ovvero quelle che provvedono a criptare le comunicazioni. Naturalmente la prima app cui si pensa è WhatsApp, la chat più popolare al mondo, con i suoi 700 e passa milioni di utenti in ogni parte del globo e che dallo scorso novembre ha iniziato a proteggere i contenuti.
Se Cameron dovesse vincere le prossime elezioni di maggio, in cui è in gioco il controllo della Camera dei Comuni, gli strumenti di comunicazione criptata tramite internet verrebbero ad essere vietati nel caso non potessero garantire l’accesso in qualsiasi momento ai servizi segreti. Sarebbe peraltro solo il primo passo di una riforma più complessiva, che dovrebbe poi spingere gli operatori telefonici e gli internet provider a memorizzare una maggior quantità di dati e informazioni sulle attività online dei cittadini britannici, con la definitiva applicazione del Draft Communications Data Bill, noto anche come Snooper’s Charter.
La lista delle app che sono minacciate dalla spada di Damocle preventivata dal premier britannico è molto folta: oltre a WhatsApp, include Snapchat, Telegram, Google Hangouts, Skype, Bbm, Viber, solo per citare alcune delle più famose. Insomma, ben presto a cadere vittima degli attacchi a Charlie Hebdo potrebbe essere anche la privacy dei cittadini.