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Polemiche per la cena di Cracco al VinItaly, la risposta dello chef sui social

Una polemica che ha il solo scopo di guadagnare visualizzazioni da ambo le parti, ma cominciamo dal principio: lo Chef Carlo Cracco ha scelto e cucinato il menù della cena di gala in Arena in occasione del Vinitaly ed il giornale La Cronaca di Verona ha stroncato pesantemente la sua cucina.

“Menu, qualità del cibo e relative mescolanze sono state per la gran parte dei 400 vip invitati una delusione. Il commento più buono reso è stato “migliori le patatine San Carlo di cui Cracco fa da testimonial”. Risotto insipido, carne dura, verdure che non vi si abbinavano, se non nella follia di una grandeur culinaria che non è esistita. Tutti alla fine se ne sono usciti delusi, un po’ affamati e tentati di entrare nei kebab limitrofi. Senza contare che un Cracco modello “lei non sa chi sono io”, se l’è tirata neanche fosse George Clooney. Quanto a simpatia poi, zero di zero”, ha scritto La Cronaca di Verona nel suo articolo.

Un pezzo che ha fatto ovviamente salire le visualizzazioni della testata alle stelle, tant’è che è stato pubblicato un secondo articolo di ringraziamento, con scritto: “Per il nostro giornale è stato un fine settimana di grande soddisfazione. Oltre ai 14 mila quotidiani online spediti, il sito cronacadiverona.com ha registrato un picco di 15 mila visitatori. […] Ci ha dato una mano anche facebook. L’articolo sul menù di Carlo Cracco al galà del Vinitaly ha raggiunto 8.500 visualizzazioni. […] Insomma possiamo essere soddisfatti del nostro lavoro”.

Carlo Cracco, dal canto suo, non è riuscito a rimanere in silenzio ed ha risposto alle pesanti critiche del giornale tramite un post pubblicato sul proprio profilo Facebook, dove ha dichiarato: “Oramai parlare male di me o attaccarmi per qualunque cosa è diventato l’hobby più ambito per ottenere più visualizzazioni o più notorietà. Un modo per fare parlare di sè insomma. Che sia un piccione, una cena che faccio o una frase che dico poco importa: a loro non interessa il cosa, ma il chi. Parlando di me, sanno che faranno parlare di loro.E il frutto di questo loro “lavoro”, o accanimento, lo sbandierano pure ai quattro venti e se ne compiacciono. “Grande successo per noi”, scrivono loro. “Grande tristezza”, penso io. Avanti il prossimo”.

Un tempo c’era la guerra mediatica, ormai la polemica è social, non c’è dubbio, ma che se ne parli bene o se ne parli male, l’importante non è più parlarne, ma cliccare e, soprattutto, visualizzare.

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