Avete presente i teenagers costantemente incollati alla tv con popcorn e telecomando in mano? Ebbene dimenticateli. Perché da alcuni anni si è registrato un cambiamento epocale per quanto riguarda il rapporto tra le giovani generazioni e il tubo catodico. Uno studio ha analizzato un campione di ragazzi tra i 18 ed i 34 anni negli Stai Uniti d’America ed ha scoperto dei risultati davvero impressionanti. A meravigliare non è il cambiamento in sè, uno dei tanti nel mondo della tecnologia, ma la rapidità con il quale si è consumato.
Dal 2012 in poi, con l’impennata dell’utilizzo di smartphone e pc, il numero di giovani spettatori di serie tv ha registrato una graduale diminuzione ogni anno di circa quattro punti percentuali. Ma è stato tra i mesi di settembre e gennaio che la diminuzione si è trasformata in un improvviso crollo. Sarebbe di ben dieci punti, infatti, il calo dei ragazzi davanti alla TV in questi cinque mesi. La causa di questo repentino mutamento è da rintracciare, come detto, dal largo uso si tablet e smartphone dai quali è possibili assistere ai telefilm preferiti in streaming sulle apposite piattaforme.
Questa nuova situazione, non significa, quindi, che le giovani generazioni abbiano smesso di guardare i video, anzi, il numero di tali contenuti è aumentato a dismisura; è solo il mezzo che è cambiato. Questo processo ha inoltre portato negli Usa, ad un rapido aumento della media di età degli spettatori dei programmi televisivi che ormai si attesta sui cinquanta anni. A crescere sono stati Amazon Prime, Netflix, HBO GO ed altre piattaforme di streaming, vere regine del traffico dati su internet. Questo nuovo processo ha disorientato gli operatori del settore, impossibilitati a “tracciare” questi spettatori rendendo arduo l’operazione di monetizzazione dei contenuti; i dati ufficiali di ascolto, non prendendo in considerazione gli smarphone ed i tablet, sono infatti del tutto inattendibili.
