Anche l’Italia si iscrive nella corsa alla competizione con WhatsApp. La nuova chat tricolore si chiama WhichApp e alle consuete funzionalità della chat di Facebook ne unisce altre che potrebbero sancirne il successo, come la traduzione simultanea dei messaggi. Ad elaborare il progetto una squadra formata da sette persone, con una età media di 34 anni, la quale ha già avuto un primo ottimo riscontro se si pensa che la nuova app è stata inserita da Grata Research, società di analisi statunitense, in una mappa interattiva la quale monitora e segnala le chat più importanti del globo.
Se già Indona, l’app sviluppata da Tiscali, aveva provato a rosicchiare quote di utenti al colosso di Facebook, che conta oltre 600 milioni di utenti in ogni parte del mondo, con WhichApp il nostro paese si propone con ulteriore forza nel gruppo di coloro che ambiscono a scalzare WhatsApp dalla sua posizione di forza. La chat è gratuita ed è stata rilasciata su Apple Store nel corso del mese di agosto del 2014, ma è disponibile anche su Play Store, in questo caso per i dispositivi dotati di sistema operativo Android. Permette di inviare messaggi di testo, audio, video e foto senza però mostrare lo stato online, la data e l’ora dell’ultimo accesso, cosa che caratterizza applicazioni analoghe. Inoltre permette di usufruire della modalità Ghost, la quale provvede a cancellare in automatico i messaggi inviati, a pochi secondi dalla lettura, una caratteristica che la accomuna a Snapchat, e che potrebbe implementarne l’uso tra i giovanissimi.
Il vero e proprio asso nella manica di WhichApp è però il traduttore intelligente, il quale, una volta inviato il messaggio, provvede a tradurlo automaticamente nella lingua del destinatario. Inoltre c’è grande attenzione al lato privato, proprio per non incorrere nelle polemiche che hanno segnato le ultime fasi WhatsApp, grazie all’assegnazione di un ‘Pin’ all’utente registrato che può essere condiviso al posto del numero di telefono, mantenendo segreto il secondo. Sino a questo momento l’utenza di WhichApp è italiana, il 91%, ma il restante 9% è distribuito su diversi paesi del mondo (Stati Uniti, Inghilterra, Russia, Francia, Germania, Spagna e anche Cina).