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Robotica ultima frontiera, il tatto

Robotica ultima frontiera il tatto

Se le tre leggi della robotica dello grande scrittore di fantascienza Isaac Asimov furono  considerate nel secolo scorso come la base “filosofica” della futura vita umanoide artificiale, le moderne tecnologie pezzo dopo pezzo stanno portando alla costruzione del primo vero uomo artificiale.

Tutti gli studi si distinguono in due tronconi ben distinti, quello che studia un cervello artificiale che possa avere delle funzioni cognitive simili a quelle umane e quello che riguarda il “corpo” dell’ androide, se alcuni sensi come la vista e l’udito sono ormai ad uno stadio molto avanzato e di molto superiori a quelli di un essere umano il tatto è ancora molto indietro.

Un team di ingegneri dell’università di Stanford sono riusciti dopo ben 10 anni di studi a creare un dispositivo che segue i dettami del tatto umano in primis la pelle; questa interamente  artificiale riesce a trasmettere un segnale che viene recepito del computer del robot esattamente come succede con il nostro cervello. Il dispositivo è molto sofisticato tanto da riuscire a capire quanto sia forte la pressione, riesce persino a percepire anche un leggero suo sfioramento.Robotica ultima frontiera il tatto

La pelle artificiale consta in due strati distinti, il primo percepisce i segnali, quello più profondo li trasmette. Essendo uno stimolo di tipo elettrico potrebbe avere degli sviluppi in campo medico, aiutando persone che hanno avuto delle paralisi gravi in seguito ad incidenti o malattie neuro-degenerative come la Sclerosi Multipla.

Il sensore utilizzato trasmette gli impulsi tramite un sottilissimo tubo flessibile che contiene miliardi di nanotubi in carbonio, tale tecnologia è stata sviluppata dalla PARC una divisione interna alla Xerox.

Le ricerche fanno ben sperare in quanto il dispositivo è già stato testato con ottimi risultati su topi selezionati  per ospitare tali connessioni.

S.C.Campione

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